Ieri
sera, un mio carissimo amico mi chiama disperato perché aveva un impegno
mondano presso una bellissima villa in cui erano stati invitati dai padroni di
casa il gotha della finanza, la créme de la créme della società ed alcuni
importanti personaggi dello spettacolo perché la padrona di casa era un’amante
della cultura (in verità, nascondeva con qualche difficoltà la passione per un
produttore cinematografico).
“Ti
accompagno, non temere. Farò finta di essere la tua fidanzata”
E
lui sollevato, mi promette di ricambiare il favore quanto prima.
“Non
mancherà. A più tardi”
Terminata
la telefonata, comincio a prepararmi.
Non
è mia abitudine farmi aspettare (l’ho sempre trovato un gesto di scortesia e
disinteresse) ed all’ora che avevamo concordato esco dal portone fasciata da un
abito in semipelle nera, che metteva in risalto le mie forme e lasciava metà
della schiena nuda. Ai piedi avevo dei sandali che molti feticisti avrebbero
apprezzato. E poi solo una pochette in cui avevo messo ben poche cose, tra cui
il rossetto rosso che avevo sulle mie labbra.
Il
mio accompagnatore mi guarda estasiato, e pareva vedermi per la prima volta.
Visto che non riusciva a spiccicare parola, gli ho inviato un bacio e lui come svegliato
dal torpore, parte orgogliosamente
compiaciuto sia di essere in mia compagnia e sia di non avere la solita escort
lolita che in pubblico lo faceva sentire inadeguato.
Premetto
che più di una volta avrebbe potuto optare per una donna dai trenta in su visto
che sono spesso gradevoli, eleganti e colte (ne conosco alcune che hanno questi
requisiti e che ne fanno battere di cuori e di denari), ma lui preferisce
incontrare donne che da anni dicono di avere meno di 25 anni di età.
Arriviamo
in collina, dove era situata la villa.
E ci
addentriamo nella folla suscitando qualche invidia tra gli uomini e tra le
dame.
Mi presenta
i padroni di casa, elogiando la mia professionalità e simpatia.
La padrona
di casa, una donna con più di sessant’anni, ma a cui si potevano dare più anni,
era minuta, con capelli biondi, lunghissimi e con una marea di boccoli, aveva
un abito lungo nero velato sul seno chiaramente rifatto e talmente grosso su
quel corpo secco e che la involgarivano; aveva delle spalline (un tempo le
donne non uscivano mai senza, e credevo di non vederle più in giro, ma non sono
stata ascoltata); il viso era tirato ed aveva una bocca talmente gonfia che le
impediva di essere chiara nel parlare e la metteva in difficoltà quando
sorrideva, gli occhi avevano subito lo stesso destino; il naso invece era
rimasto intatto e pareva un corpo estraneo in quel marasma di chirurgia mal riuscita;
le braccia però dimostravano la sua età.
Tutto
quegli interventi sottolineavano insicurezza e malcontento.
A parte
la descrizione fisica che mi aveva colpito oltre misura, vedevo che buttava lo
sguardo verso un uomo: questi era uno di quei tipi interessante solo per donne agée:
aveva dei un taglio di capelli discutibile, per i miei gusti erano troppo
lunghi e mal tagliati che lo rendevano ridicolo. Non era alto e non faceva altro
che parlare solo ed esclusivamente con un’ attrice, nota non solo per la
bravura ma per avere un marito molto ricco e potente.
Il marito
della signora bionda era molto cordiale ed affabile, un signore che faceva
finta di non accorgersi della passione della moglie.
A metà
serata, mi incammino verso il grande terrazzo per osservare il panorama
illuminato della città che viveva di notte. Mi incanto e non mi accorgo che
dietro di me c’era il padrone di casa, che mi porge un calice di franciacorta e
mi guarda ammirato e senza essere volgare ed insistente si complimenta con me
per la bellezza e per la mia femminilità. Ero in imbarazzo perché ai
complimenti sinceri e raffinati non ci si riesce ad abituarsi. D’altra parte
noi donne ci dobbiamo barcamenare nella marea di volgarità che ci circonda.
Dopo
un paio di sorsi, come a farsi coraggio, mi racconta di come la moglie abbia
conosciuto quella specie di sciupa femmina.
“Circa
quattro anni fa, mia moglie, che da anni si occupa di bambini malati, era stata
invitata a pranzo da un suo amico, noto psicologo dell’infanzia. Quel giorno dal
suo studio usciva una bambina accompagnata da suo padre. Lei era rimasta molto
colpita da quest’uomo di cui chiederà seduta stante al suo amico delle
informazioni, che fornisce sottolineandone in carattere rancoroso.
Lei
allora, avendo saputo che lavorava nel cinema, cerca in tutti i modi di
combinare un incontro dall’apparenza casuale con il tipo. E vi riesce grazie ad
una sua amica.
Gli incontri
da sporadici diventano assidui, tanto che lei fa in modo che lui prenda in
affitto un appartamento che si trova a pochi metri dal suo studio. Lo vuole in
ogni suo impegno mondano, specialmente se ci sono personaggi che potrebbero
aiutarlo nella produzione dei suoi film, che, in tutta sincerità, trovo
schifosi ed insignificanti.
Lei
con lui fa uscire tutta la sua insicurezza e mania controllante; difatti, lei gli
controlla il cellulare, spiando la rubrica cercando chissà cosa.
Un giorno
ha trovato delle foto di una bellissima donna che l’ha mandata su tutte le
furie. Ha trovato il suo numero e l’ha contattata spacciandosi per sua moglie. E
la donna non ha detto una parola attaccandole il telefono in faccia. So di
questo perché era arrivata a casa piangendo disperata e mi ha raccontato della
vicenda.
Pareva
una bambina ferita.
Ho provato
quella sera ed altre volte a farla ragionare, facendo leva sul suo buon senso e
di evitare non solo di vederlo, ma anche di inviperirsi se vede donne più
giovani di lei, ma non ha funzionato.
È diventata
sempre più morbosa e ha voluto anche conoscere la famiglia di lui, instaurare
un rapporto con la bambina, che non gradisce la sua presenza. Lo so perché conosco
la madre e poi l’ho osservata: la bimba educatamente la scansa, ma con molto
insuccesso dato che se la trova sempre tra i piedi.
Sperando
di staccarla da lui, avevo deciso un anno fa di farlo pedinare da un agente
segreto che ha scoperto un po’ di cose. Lui ha difficoltà economiche e lei
allora ha deciso di occuparsi dell’affitto, della spesa e di altro ancora. Inoltre
lui si vede con altre donne, che hanno la caratteristica non solo di essere più
giovani di mia moglie, ma anche di non aver mai ricorso alla chirurgia
estetica. Una poi era la donna delle foto da lei scoperte.
Gliele
ho mostrate tutte le informazioni sottolineando, con tatto, quanto il tipo
fosse volgare e meschino, ma lei nulla. Si è incaponita e basta.”
I
suoi occhi si fanno malinconici ed allora gli chiedo come mai aveva fatto tutto
questo.
“Volevo
per lei una vecchiaia serena e dignitosa, invece continua a correre dietro ad
una giovinezza che non le appartiene più.”
Mi volto
e scorgo il tipo della conversazione abbarbicato all’attrice con cui parlava. Aveva
le mani ovunque. E mentre lui le sollevava la gonna e velocemente le infilava
le mani tra le gambe, lei si abbassava la veste e si guardava attorno.
Il
mio caro padrone di casa aveva visto dove andavano i miei occhi ed anche lui
aveva guardato nella medesima direzione, dicendomi di non stupirmi perché quella
specie di produttore fallito non è nuovo a tali situazioni.
Lo
avevo preso sottobraccio e domandato della sua vita, delle sue passioni e dei
suoi obiettivi mentre andavamo verso gli altri invitati. In quel tratto fatto
assieme l’ho sentito sollevarsi.
Durante
la serata avevo visto la donna bionda cercare di catalizzare più del dovuto l’attenzione
su di sé e di farsi fotografare con l’amante in quasi tutte le foto. Per fortuna
ha evitato di farlo mentre era con il marito ed i figli.
Nell’andare
via racconto al mio amico della storia e lui annuendo, mi conferma tutto,
promettendomi di raccontarmi altro ancora appena ne avrebbe avuto l’occasione.
È vero
che ognuno di noi deve poter far ciò che si sente. Amare follemente, ma mai
perdere il rispetto di sé e rincorrere ciò che non saremo mai.
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