domenica 7 maggio 2017

Come se fossi la tua fidanzata



Ieri sera, un mio carissimo amico mi chiama disperato perché aveva un impegno mondano presso una bellissima villa in cui erano stati invitati dai padroni di casa il gotha della finanza, la créme de la créme della società ed alcuni importanti personaggi dello spettacolo perché la padrona di casa era un’amante della cultura (in verità, nascondeva con qualche difficoltà la passione per un produttore cinematografico).
“Ti accompagno, non temere. Farò finta di essere la tua fidanzata”
E lui sollevato, mi promette di ricambiare il favore quanto prima.
“Non mancherà. A più tardi”
Terminata la telefonata, comincio a prepararmi.

Non è mia abitudine farmi aspettare (l’ho sempre trovato un gesto di scortesia e disinteresse) ed all’ora che avevamo concordato esco dal portone fasciata da un abito in semipelle nera, che metteva in risalto le mie forme e lasciava metà della schiena nuda. Ai piedi avevo dei sandali che molti feticisti avrebbero apprezzato. E poi solo una pochette in cui avevo messo ben poche cose, tra cui il rossetto rosso che avevo sulle mie labbra.
Il mio accompagnatore mi guarda estasiato, e pareva vedermi per la prima volta. Visto che non riusciva a spiccicare parola, gli ho inviato un bacio e lui come svegliato dal torpore,  parte orgogliosamente compiaciuto sia di essere in mia compagnia e sia di non avere la solita escort lolita che in pubblico lo faceva sentire inadeguato.
Premetto che più di una volta avrebbe potuto optare per una donna dai trenta in su visto che sono spesso gradevoli, eleganti e colte (ne conosco alcune che hanno questi requisiti e che ne fanno battere di cuori e di denari), ma lui preferisce incontrare donne che da anni dicono di avere meno di 25 anni di età.
Arriviamo in collina, dove era situata la villa.
E ci addentriamo nella folla suscitando qualche invidia tra gli uomini e tra le dame.
Mi presenta i padroni di casa, elogiando la mia professionalità e simpatia.
La padrona di casa, una donna con più di sessant’anni, ma a cui si potevano dare più anni, era minuta, con capelli biondi, lunghissimi e con una marea di boccoli, aveva un abito lungo nero velato sul seno chiaramente rifatto e talmente grosso su quel corpo secco e che la involgarivano; aveva delle spalline (un tempo le donne non uscivano mai senza, e credevo di non vederle più in giro, ma non sono stata ascoltata); il viso era tirato ed aveva una bocca talmente gonfia che le impediva di essere chiara nel parlare e la metteva in difficoltà quando sorrideva, gli occhi avevano subito lo stesso destino; il naso invece era rimasto intatto e pareva un corpo estraneo in quel marasma di chirurgia mal riuscita; le braccia però dimostravano la sua età.
Tutto quegli interventi sottolineavano insicurezza e malcontento.
A parte la descrizione fisica che mi aveva colpito oltre misura, vedevo che buttava lo sguardo verso un uomo: questi era uno di quei tipi interessante solo per donne agée: aveva dei un taglio di capelli discutibile, per i miei gusti erano troppo lunghi e mal tagliati che lo rendevano ridicolo. Non era alto e non faceva altro che parlare solo ed esclusivamente con un’ attrice, nota non solo per la bravura ma per avere un marito molto ricco e potente.

Il marito della signora bionda era molto cordiale ed affabile, un signore che faceva finta di non accorgersi della passione della moglie.
A metà serata, mi incammino verso il grande terrazzo per osservare il panorama illuminato della città che viveva di notte. Mi incanto e non mi accorgo che dietro di me c’era il padrone di casa, che mi porge un calice di franciacorta e mi guarda ammirato e senza essere volgare ed insistente si complimenta con me per la bellezza e per la mia femminilità. Ero in imbarazzo perché ai complimenti sinceri e raffinati non ci si riesce ad abituarsi. D’altra parte noi donne ci dobbiamo barcamenare nella marea di volgarità che ci circonda.
Dopo un paio di sorsi, come a farsi coraggio, mi racconta di come la moglie abbia conosciuto quella specie di sciupa femmina.
“Circa quattro anni fa, mia moglie, che da anni si occupa di bambini malati, era stata invitata a pranzo da un suo amico, noto psicologo dell’infanzia. Quel giorno dal suo studio usciva una bambina accompagnata da suo padre. Lei era rimasta molto colpita da quest’uomo di cui chiederà seduta stante al suo amico delle informazioni, che fornisce sottolineandone in carattere rancoroso.
Lei allora, avendo saputo che lavorava nel cinema, cerca in tutti i modi di combinare un incontro dall’apparenza casuale con il tipo. E vi riesce grazie ad una sua amica.
Gli incontri da sporadici diventano assidui, tanto che lei fa in modo che lui prenda in affitto un appartamento che si trova a pochi metri dal suo studio. Lo vuole in ogni suo impegno mondano, specialmente se ci sono personaggi che potrebbero aiutarlo nella produzione dei suoi film, che, in tutta sincerità, trovo schifosi ed insignificanti.
Lei con lui fa uscire tutta la sua insicurezza e mania controllante; difatti, lei gli controlla il cellulare, spiando la rubrica cercando chissà cosa.
Un giorno ha trovato delle foto di una bellissima donna che l’ha mandata su tutte le furie. Ha trovato il suo numero e l’ha contattata spacciandosi per sua moglie. E la donna non ha detto una parola attaccandole il telefono in faccia. So di questo perché era arrivata a casa piangendo disperata e mi ha raccontato della vicenda.
Pareva una bambina ferita.
Ho provato quella sera ed altre volte a farla ragionare, facendo leva sul suo buon senso e di evitare non solo di vederlo, ma anche di inviperirsi se vede donne più giovani di lei, ma non ha funzionato.
È diventata sempre più morbosa e ha voluto anche conoscere la famiglia di lui, instaurare un rapporto con la bambina, che non gradisce la sua presenza. Lo so perché conosco la madre e poi l’ho osservata: la bimba educatamente la scansa, ma con molto insuccesso dato che se la trova sempre tra i piedi.
Sperando di staccarla da lui, avevo deciso un anno fa di farlo pedinare da un agente segreto che ha scoperto un po’ di cose. Lui ha difficoltà economiche e lei allora ha deciso di occuparsi dell’affitto, della spesa e di altro ancora. Inoltre lui si vede con altre donne, che hanno la caratteristica non solo di essere più giovani di mia moglie, ma anche di non aver mai ricorso alla chirurgia estetica. Una poi era la donna delle foto da lei scoperte.
Gliele ho mostrate tutte le informazioni sottolineando, con tatto, quanto il tipo fosse volgare e meschino, ma lei nulla. Si è incaponita e basta.”
I suoi occhi si fanno malinconici ed allora gli chiedo come mai aveva fatto tutto questo.
“Volevo per lei una vecchiaia serena e dignitosa, invece continua a correre dietro ad una giovinezza che non le appartiene più.”
Mi volto e scorgo il tipo della conversazione abbarbicato all’attrice con cui parlava. Aveva le mani ovunque. E mentre lui le sollevava la gonna e velocemente le infilava le mani tra le gambe, lei si abbassava la veste e si guardava attorno.
Il mio caro padrone di casa aveva visto dove andavano i miei occhi ed anche lui aveva guardato nella medesima direzione, dicendomi di non stupirmi perché quella specie di produttore fallito non è nuovo a tali situazioni.
Lo avevo preso sottobraccio e domandato della sua vita, delle sue passioni e dei suoi obiettivi mentre andavamo verso gli altri invitati. In quel tratto fatto assieme l’ho sentito sollevarsi.
Durante la serata avevo visto la donna bionda cercare di catalizzare più del dovuto l’attenzione su di sé e di farsi fotografare con l’amante in quasi tutte le foto. Per fortuna ha evitato di farlo mentre era con il marito ed i figli.
Nell’andare via racconto al mio amico della storia e lui annuendo, mi conferma tutto, promettendomi di raccontarmi altro ancora appena ne avrebbe avuto l’occasione.

È vero che ognuno di noi deve poter far ciò che si sente. Amare follemente, ma mai perdere il rispetto di sé e rincorrere ciò che non saremo mai.

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