sabato 3 giugno 2017

Chi non ama i regali



Alzi la mano chi non ama ricevere regali.
Nessuno.
Deduco che tutte e tutti amiamo ricevere regali.
Ora vi racconto una mia breve esperienza con un uomo tirchio in tutti i sensi, ma per questa volta citerò la sua caratteristica di essere stato pidocchioso con me.
In passato, ho avuto una relazione con un uomo, che mi sognava con indosso dell’intimo molto seducente e femminile: reggiseno, reggicalze, calze con la riga, scarpe a spillo e slip buttato in terra. Mi facevo trovare da lui, in stanza, sempre con indosso qualcosa di diverso e molto accattivante.
Lui sognava ed io eseguivo.
Solo che un giorno, mentre mi stavo preparando, mi sono soffermata davanti allo specchio e mi sono detta che così non si poteva andare avanti. E che meritavo di essere corteggiata e coccolata, evitando da quella volta in poi di eseguire ed allargare le gambe per un uomo che si sarebbe rivelato tirchio e banale oltremisura.
Scopava da dio, ma a me non bastava, perché di uomini così se ne trovano a frotte (care mie, guardatevi sempre attorno quando avvertite di non sentirvi bene in una relazione).
Quindi avevo deciso di chiudere i rubinetti. Non solo per quel che riguardava l’intimo, ma anche il precipitarmi ad ascoltare le sue lunghe lamentazioni sulla sua ex moglie, che ora viveva con un altro a cui si concedeva oltre misura. E lui a disperarsi perché a lui non aveva mai fatto un pompino e dato il culo. Lo consolavo e davo delle spiegazioni attingendo dalle mie conoscenze di psicologia e di saggezza, perdendo tempo e stancandomi per i ragionamenti fatti, ovviamente sperando che la cosa dettasse a mio favore e lui si mettesse quindi a cercarmi e volermi nella sua quotidianità.
Invece nulla.  
Allora la frase di Roberto Gervaso, “Una donna vi dà più di quel che le chiedete, prima o poi vi chiederà più di quel che sarete disposti a darle” era diventata il mio risveglio e la mia vendetta.
Avevo capito che avevo dato tanto in questa relazione ed in cambio ricevuto solo delle molliche di pane raffermo.
Era quindi giunto il momento di centellinare presenza e disponibilità.
Mi aveva anche fatto passare la voglia di scopare. Quindi ogni volta che cominciava con i suoi inviti, in cui solitamente raccontava come mi voleva sbattere, inventavo sempre una scusa: avevo il ciclo, una riunione urgente, un nuovo staff da conoscere e coordinare, dovevo consegnare sempre una relazione importante.
Fino a che lui, che aveva la caratteristica di dileguarsi nei week end perché doveva stare solo coi figli, che secondo lui stavano soffrendo (in verità, stavano bene perché non vivevano più con due che si odiavano) e non aveva il tempo per scrivermi o chiamarmi, aveva cominciato ad inviarmi messaggi per vedere se ero viva e rispondessi a tono alle sue battute. Rispondevo a volte sì, ma senza andare oltre uno star bene o sto lavorando.
Aveva anche cominciato a riempirmi di attenzioni, quindi mi invitata a pranzo, mi regalava intimo e scarpe, mi telefonava anche dopo cena. Insomma pareva che stesse facendo qualsiasi cosa per tenermi buona. Ovviamente sapevo che sarebbero finite presto tutte le sue attenzioni perché non erano una sua caratteristica.
Ed aspettavo buona buona, il momento in cui avrebbe ripreso a  comportarsi come sempre. Ed in quel momento ho cominciato a chiedere sempre di più, fino a sfiancarlo e nel frattempo stavo preparando la mia uscita definitiva dalla sua vita.
Memore della mia confessione davanti allo specchio, avevo preferito la dignità e cercarmi un altro uomo, capace di slanci di attenzioni, di leggermi delle poesie, di spontaneità e di non star lì a farsi dire come deve comportarsi con me e con le altre. Soprattutto doveva aver chiuso con le storie precedenti.

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