martedì 1 maggio 2018

Tra amici


L’altro giorno un mio cliente prezioso e fondamentale amico mentre salivamo le scale del palazzo in cui voleva condurmi per farmi visionare non la sua collezione di farfalle, ma la sua nuova dimora, si era soffermato a guardarmi le gambe.
“Belle le tue gambe! Sono molto più belle ora di un tempo.”
“Sai, negli ultimi tempi faccio più ginnastica e le sollevo appena posso”.
La cosa mi ha fatto sorridere, perché intendevo il sesso con mio marito che è davvero divertente e mi fa consumare tante calorie, oltre sgonfiarmi soprattutto la rabbia.
“Immagino”
Mi guarda sornione e mi inviata a salire più in alto, mentre lui resta qualche gradino più in giù.
“Vuoi che salga ancora”.
“No, va bene così.”
C’era una finestra che mi illuminava le gambe.
“Apri le gambe, sollevandone la sinistra, poggiandola sul corrimano.”
Era come se mi trovassi con le gambe un po’ incrociate, ma avevo la figa scoperta e che il mio amico poteva felicemente osservare.
Ed ammirato mi confessa che la trovava anche lei in forma.
Eravamo soliti, da quando ci conoscevamo (un’eternità) guardarci il reciproco sesso e darci consigli su come tenerlo in forma ed in salute: gli chiedevo come depilarla e mi aveva consigliato il laser e di tener un po’ di pelo sulle grandi labbra per non sembrare la figa di una bambina. Ovviamente pelo raso e lucente.
Ci soffermavamo spesso sul fatto che il suo cazzo non si rizzasse spesso davanti a certi uomini bellissimi, ma che nudi e proni non erano altro che un buco insapore.
D’altra parte aveva sempre affermato che le persone le sceglieva il suo uccello. Ed anche io ero tra la sua lista.
Tornando all’altro giorno, per puro caso nona avevo indossato le mutandine, perché mio marito nel salutarmi mi aveva messo le mani dentro la mia figa e mi aveva bagnata. E lui me le aveva tolte e messe in tasca per avermi sempre con lui.
Gli avevo raccontato l’episodio ed era scoppiato a ridere e faticava a salire, perché trovava il tutto erotico e comico.
Ovviamente ero compiaciuta della cosa, perché sapevo che mi faceva bene fargli prendere aria.
Arrivati alla fine della scala, prende la chiave e mi apre la sua nuova abitazione.
Era ancora priva di mobilia, ma rifinita e pulita pronta per riempirla del suo buon gusto e del suo estro.
“Wow! Quanta luce!
“E non hai ancora visto il terrazzo”
Spalanca le imposte di quello che sarebbe diventato il suo living, ed appare una tra i più incantevoli panorami che abbia mai visto prima.
Le case erano avvolte nella luce del tramonto: erano calde, accoglienti e piene di vita. Si poteva scorgere anche cosa alcune persone facevano in casa in quel momento.
Mentre ero davanti a quel microcosmo il mio amico di porge una lettera: era l’invito al suo matrimonio con Michele.
“Finalmente!”
“Finalmente! Hai ragione e tu sarai la mia damigella d’onore: ti voglio profumata di sesso e senza mutandine”.
Non sapevo se piangere o abbracciarlo. E lui mi aveva accolto tra le sue braccia.

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