L’altro giorno un mio cliente
prezioso e fondamentale amico mentre salivamo le scale del palazzo in cui
voleva condurmi per farmi visionare non la sua collezione di farfalle, ma la
sua nuova dimora, si era soffermato a guardarmi le gambe.
“Belle le tue gambe! Sono molto
più belle ora di un tempo.”
“Sai, negli ultimi tempi
faccio più ginnastica e le sollevo appena posso”.
La cosa mi ha fatto sorridere,
perché intendevo il sesso con mio marito che è davvero divertente e mi fa consumare
tante calorie, oltre sgonfiarmi soprattutto la rabbia.
“Immagino”
Mi guarda sornione e mi inviata
a salire più in alto, mentre lui resta qualche gradino più in giù.
“Vuoi che salga ancora”.
“No, va bene così.”
C’era una finestra che mi illuminava
le gambe.
“Apri le gambe, sollevandone la
sinistra, poggiandola sul corrimano.”
Era come se mi trovassi con le
gambe un po’ incrociate, ma avevo la figa scoperta e che il mio amico poteva felicemente
osservare.
Ed ammirato mi confessa che la
trovava anche lei in forma.
Eravamo soliti, da quando ci conoscevamo
(un’eternità) guardarci il reciproco sesso e darci consigli su come tenerlo in forma
ed in salute: gli chiedevo come depilarla e mi aveva consigliato il laser e di tener
un po’ di pelo sulle grandi labbra per non sembrare la figa di una bambina. Ovviamente
pelo raso e lucente.
Ci soffermavamo spesso sul fatto
che il suo cazzo non si rizzasse spesso davanti a certi uomini bellissimi, ma che
nudi e proni non erano altro che un buco insapore.
D’altra parte aveva sempre affermato
che le persone le sceglieva il suo uccello. Ed anche io ero tra la sua lista.
Tornando all’altro giorno, per
puro caso nona avevo indossato le mutandine, perché mio marito nel salutarmi mi
aveva messo le mani dentro la mia figa e mi aveva bagnata. E lui me le aveva tolte
e messe in tasca per avermi sempre con lui.
Gli avevo raccontato l’episodio
ed era scoppiato a ridere e faticava a salire, perché trovava il tutto erotico e
comico.
Ovviamente ero compiaciuta della
cosa, perché sapevo che mi faceva bene fargli prendere aria.
Arrivati alla fine della scala,
prende la chiave e mi apre la sua nuova abitazione.
Era ancora priva di mobilia, ma
rifinita e pulita pronta per riempirla del suo buon gusto e del suo estro.
“Wow! Quanta luce!
“E non hai ancora visto il terrazzo”
Spalanca le imposte di quello che
sarebbe diventato il suo living, ed appare una tra i più incantevoli panorami che
abbia mai visto prima.
Le case erano avvolte nella luce
del tramonto: erano calde, accoglienti e piene di vita. Si poteva scorgere anche
cosa alcune persone facevano in casa in quel momento.
Mentre ero davanti a quel microcosmo
il mio amico di porge una lettera: era l’invito al suo matrimonio con Michele.
“Finalmente!”
“Finalmente! Hai ragione e tu sarai
la mia damigella d’onore: ti voglio profumata di sesso e senza mutandine”.
Non sapevo se piangere o abbracciarlo.
E lui mi aveva accolto tra le sue braccia.
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