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Jeanloup Sieff |
Il tema della
femminilità è sempre stato un argomento dibattuto e affrontato soprattutto dalle
menti maschili, che, per poter mettere un po’ di ovvietà e la mitica cintura di
castità nella testa della donna, hanno profetizzato su come dovrebbe essere una
donna e com’è deve essere quantificata la sua femminilità.
Ne hanno dette di tutti
i colori, e le donne chissà per quale mistero, hanno assimilato e portato
avanti come se quelle parole offensive fossero delle bandiere.
Non è così care mie.
La femminilità è legato
al sentirsi tale, a come vive i propri sentimenti, le proprie emozioni e l’affettività
verso se stessa e verso gli altri.
A come cura il proprio
corpo, come lo espone senza umiliarlo e mercificarlo, senza esporlo come se
fossero dei meloni in vendita. O lo va a mortificare con una chirurgia estetica
invasiva e che ne cancella le peculiarità.
Ovviamente nella nostra
società, la visione del corpo sta mutando, portando la donna a seppellire la
propria femminilità in nome della parità e della presunta libertà conquistata, perché
quei diritti appartenuti (appartengono ancora) al mondo maschile oggi sono una
meta per le donne.
La femminilità è anche la
relazione che si ha con sé, la cura che si mette nel proteggersi e nel
difendersi da certi cliché, da certe violenze e dalla voglia di essere se
stesse, sempre, anche coi capelli bianchi e con le rughe.
È il desiderio di
scegliersi ogni giorno.
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