venerdì 26 maggio 2017

Masturbarsi

Photo by Stefen Beutler


Pare che parlare di masturbazione femminile sia il nuovo tabù che avanza. Ovviamente dopo che si è sdoganato il diritto di avere un compagno più giovane e prestante con cui trastullarsi dentro e fuori le lenzuola, e magari provare delle esperienze molto forti, che spesso i coetanei non si ha sempre voglia di condividere.
Tra le varie esperienze forti c’è il masturbarsi, perché è visto come un mostro, senza riflettere quanto sia indispensabile per il proprio benessere.
Alexander Lowen, nel suo libro “Amore e orgasmo ”, così definiva Tale piacere:
 «Credo che ognuno si renda conto, compreso chi si masturba, che il piacere e la soddisfazione derivanti dalla masturbazione. Di solito una persona si masturba perché non ha la possibilità di un rapporto sessuale. Ciò può dipendere, per esempio, dalla mancanza di persone dell’altro sesso, o da una incapacità nevrotica di avvicinarle, o ancora da una situazione di conflitto coniugale. In ogni caso, secondo me, nulla può giustificare l’accettazione di un senso di colpa o di vergogna o di ansietà. Naturalmente, come psicoterapeuta, cercherei di aiutare il paziente a rimuovere gli ostacoli che gl’impediscono di godere pienamente l’atto sessuale. Ogni individuo che abbia di tali disturbi connetterà sensi di colpa, di vergogna o di ansia alla masturbazione. Compito dei medici e dei terapeuti è rimuover ei sensi di colpa, non di coonestarli. La masturbazione, di per se stessa, non è deleteria per l’individuo, e molte volte ha l’effetto positivo di placare uno stato ansioso. Ciò che nella masturbazione danneggia tanto la personalità è la presenza del senso di colpa, della vergogna e dell’ansietà.»
Se lo diceva lui significa che è salutare e non fa altro che migliorare la vita e la vita sessuale, perché quel senso di appagamento e di accettazione non può che renderci persone migliori, più attente e profonde verso i  nostri bisogni e piaceri e verso quelli di chi abbiamo vicino.
E poi confessiamolo “il piacere richiama piacere”, un po’ come l’appetito che viene mangiando.
Si assapora il proprio sapore come se fosse una pietanza deliziosa ed unica. Ci si ciba della propria eroticità e la si dona nella maniera più piena possibile.
So bene quanto la visione di una donna che sfiora il proprio clitoride sia una tra le immagini più erotiche che ci possano essere, ma quella donna per essere autentica deve farlo spontaneamente quando è sola.
Magari dopo aver fatto un bagno caldo ed è rilassata.
Sul letto si stende, allarga le gambe.
Le apre e la mano comincia a sfiorarsi.
Qualcuno potrebbe dirsi che non riesce ad abbandonarsi al piacere, ma non si è soli, si sta con la persona più importante cha abbiamo: noi stesse (ritornerò sul concetto se si ama se stessi si amano anche altre persone).
Sappiamo bene che la società ce ne ha dette di tutti i colori sulla masturbazione condendolo con il peccato ed altre cretinate. Credetemi l’autoerotismo è il primo passo per entrare in profonda connessione con noi stesse. Una donna sessualmente appagata che sa regalarsi piacere si riconosce da lontano, la sua postura è dritta, ha la testa alta, sorride, è positiva, ha più energie, brilla di luce propria perché si ama davvero.
Insomma, signore mie belle, toccate la vostra vagine, accarezzatela, fategli sentire quando la vostra mano la desideri e quanto sia piacevole sentire le terminazioni nervose accendersi ed esplodere.
E leccate le vostre dita, perché non vi è succo più buono del vostro.

PS: il mio è di un dolce che inebria e non si fa dimenticare.

Nessun commento:

Posta un commento

TANTO TEMPO FA

Tanto tempo fa, quando non c’era mio marito nella mia vita, nel mio letto ed a leccarmi la figa ed io a fargli venire la voglia di cav...